Quando viene piazzato ovunque e senza motivo, ovviamente.
Il tutto parte dalla notizia della Ciri di colore, che è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti cambiare l’etnia di un personaggio è solo una tendenza che vorrebbe mostrare che i produttori non sono razzisti. Io la trovo una cosa ridicola, che si parli di LGBT o minoranze etniche. Infatti si ha la reazione in versa visto che tali personaggi vengono scritti solo per essere “di colore” o “ gay”.
Ma voglio analizzare il caso di Ciri che è quello che conosco di più. Sono andata a spulciarmi il romanzo e più di una volta è stato ribadito che la discendenza di Lara Dorren, un’elfa molto potente, si manifestava solo nelle discendenti, infatti da lei a seguire sarebbero nate solo femmine. E indovinate un po’ cosa si manifesta? Eh sì, l’aspetto fisico! Vi lascio due descrizioni inerenti alla nonna di Ciri, Calanthe e la madre di Ciri, Pavetta:
Calanthe: La regina unì le bianche mani affusolate e vi appoggiò leggermente le labbra, facendo una pausa a effetto.
Ciò che Istrice dice a Calanthe quando viene a riscuotere ciò che gli è dovuto: “Lascerei molto volentieri questo posto insieme con Pavetta”, proseguì Istrice muovendo le vibrisse e sbattendo le mascelle. “Ma non mi priverò di un piacere. Voi, Calanthe, accompagnerete vostra figlia qui dove sono, e metterete la sua mano bianca nella mia.”
Istrice poi è pallido anche lui. Non ho voglia di cercarne la descrizione perché, anche se fosse stato scuro, i geni di Lara sarebbero stati comunque più forti.
Questa è roba presa dai romanzi, non dai giochi. Sapkowski è uno dei pochi scrittori fantasy che ha dato un background e delle origini alle etnie del suo mondo. L’aspetto fisico che viene ereditato consiste proprio nella pelle bianca, gli occhi verdi e i capelli biondo cenere. Cambiando etnia a Ciri si demolisce letteralmente ciò che Ciri è! Per questo considero tale scelta come una boiata pazzesca. Passi per personaggi con un background indefinito o assente o addirittura ininfluente, ma dire che non ci sono prove sul colore della pelle di Ciri è falso. Significa non aver prestato attenzione alle descrizioni o non aver letto proprio i romanzi.
Questa serie Netflix è tratta dai romanzi ma non ne segue gli eventi, d’altronde leggerli fa così tanto male? E no, non si tratta di essere Witcher fags! Si vuole solo coerenza. La Project Red ha rappresentato alla perfezione i personaggi, solo Triss è stata cambiata dal secondo titolo ma nel primo aveva i capelli castani come nel romanzo. Tuttavia il cambio di colore in questo caso non mi dice nulla. Triss è Triss, un po’ Weasley ma è sempre Triss! E poi di lei non si sa molto. Nel suo caso qualche cambio sarebbe stato accettabile. Anche se privo di senso visto che già fa parte di un a minoranza. Questo è calcare la mano.
Sapete poi chi ha la pelle scura in The Witcher? Le Zerrikaniane. Ma Ciri non ha retaggio Zerrikaniano.
Le etnie, signori, hanno una ragione d’essere. Non si possono piazzarle ad cazzum. Prima di tutto Ciri rappresenta già una minoranza in quanto donna. L’universo di The Witcher è abbastanza realistico da penalizzare il genere femminile. Calanthe stessa deve lottare per mantenere la corona poiché la minaccia di essere deposta è sempre in agguato. Le maghe poi più che rispettate sono temute per i loro poteri e nessuno osa andargli contro. Ma tornando a Ciri, è anche una mezza non umana poiché appartiene alla stirpe elfica, e sappiamo che i non umani sono penalizzati e in lotta per i loro diritti. Basta leggere l’ultimo libro, verso il finale, quando l’odio del popolo esplode contro i non umani. È un odio razzista, più di questo cosa volete? Solo perché nessuno ha la pelle nera? Ma siete seri? Una persona può essere esclusa perché strabica, brutta, grassa. O perché è elfo, mago o nano (che sono appunto definite RAZZE). Anzi, vi dirò di più. Istrice stesso era un escluso. Pavetta però va oltre e se ne innamor. Ok, la storia di Pavetta è una rielaborazione della Bella e la Bestia, ma rende molto bene il concetto. L’andare oltre l’apparenza e superare le barriere razziali. Credo che Sapkowski abbia fatto un lavoro migliore di tanti altri registi, sul serio.
L’universo di The Witcher, quindi, offre già spunti per le lotte sociali senza che ci sia il bisogno di esagerare solo perché alla sceneggiatrice “Sta a cuore” questo tema. Sviluppalo meglio, offre un botto di elementi e opportunità! Non è cambiando Ciri che mi dimostri che non sei razzista. Mi mostri solo che del contesto del romanzo e del personaggio non hai capito una mazza e che per te solo il colore della pelle è fattore di esclusione (roba da medioevo appunto).
Ciri tra l’altro ha anche un accenno di bisessualità ma Sapkowski non considera questo lato come preponderante. Ciri è tante cose ed io non ho un ricordo di lei in quanto bisex, ma in quanto ragazza che ha fatto cose, tante cose.
Ergo, piantiamola con scuse che non stanno né in cielo e né in terra. Se un autore non descrive direttamente il colore della pelle ma ci fornisce informazioni in altri modi non si può parlare di lacune. Il candore della pelle, unico del suo genere, come il colore dei capelli è un tratto distintivo dell’eredità genetica di Ciri. Gli stessi elfi sottolineano la sua somiglianza con la loro amata Signora, le mancano solo le orecchie a punta.
Ma quando è permesso l’uso di un attore di origini diverse? Quando si parla di una rappresentazione teatrale. Cinema e teatro non sono la stessa cosa. Il teatro guarda molto di più alla bravura dell’attore indipendentemente dall’etnia. L’attrice di Hermione non è stata scelta per la pelle ma per la sua bravura. Fine. E non ho nulla in contrario. A teatro è sempre stato così. In mancanza di effetti visivi si gioca sulla qualità recitativa. Ignoriamo le scuse idiote della Rowling che avrebbe fatto più bella figura a dire “Ragazzi, è brava. Mi è sembrato opportuno sceglierla per questo”. Tutti sarebbero stati muti.
Il cinema è diverso. Può rappresentare quasi alla lettera ciò che è descritto in un libro e di solito le persone guardano un film per vedere i personaggi, per rendersi conto se gli attori corrispondono alla loro immaginazione.
So bene che ci sono tanti personaggi che nel cinema sono stati cambiati. Ma se il cambiamento FUNZIONA, come ho detto prima, va bene. Ma con Ciri non funziona. L’aspetto di questa ragazza è deciso da elementi che durante tutto il romanzo si ripetono.
Insomma, in nome dell’ipocrisia si preferisce distruggere un personaggio? Oddio, è già stato fatto in altri film, ma almeno risparmiate Ciri, forse uno dei personaggi con una storia e un albero genealogico ben definito! Per quanto non condivida il modo in cui i fan si siano comportati, capisco il fermento e la disapprovazione. Parliamo di un personaggio che si muove in un determinato contesto, ha una determinata storia, una determinata origine e discendenza.
Se volete parlare di lotte sociali e “cose che vi stanno a cuore”, lavorate ad un film apposito oppure create un personaggio che però non sia scritto solo per la sua etnia. Perché è offensivo. È offensivo scrivere un personaggio “perché gay” o “perché di una minoranza”. Perché lavorate solo su queste caratteristiche e basta, ignorate tutto il resto: il carattere, le qualità, il carisma.
Geralt fa parte di una minoranza, è stato scritto per essere un Witcher, un mutante, un escluso, ma lui è anche altre cose. Stessa cosa per il nano Zoltan. Si lamenta di essere discriminato ma ciò non gli impedisce di essere quello che è, di avere un carattere. Di lottare per i suoi diritti e di sognare un mondo più pacifico. Ma ciò non cli impedisce di essere un amante dei bordelli, un giocatore e un ubriacone.
Volevo anche aggiungere una parentesi che un mio contatto Facebook ha intelligentemente messo in evidenza: quando si parla di Fantasy non si parla di un genere privo di regole. Non parlo di quelle narrative, dello Show don’t Tell, ecceteera, ma delle regole su cui basare l’universo che si crea. Sono queste regole che aiutano a distinguere un buon romanzo da uno fatto male.
Una prima regola riguarda un Worldbuilding plausibile e reazione realistica dei personaggi. Ma facciamo un esempio pratico: se state raccontando di personaggi umani che hanno avuto una vita normale, fateli comportare come tali, sia fisicamente che psicologicamente. Se Tizio cade dal terzo piano, come minimo si spiaccica al terreno. Se invece ha particolari capacità che non conosce, è buon a cosa che si sorprenda essere ancora vivo dopo una caduta simile e che cerchi il motivo per cui si è salvato, magari scavando nel suo passato. Se invece è una persona normale perché è ancora vivo e senza nemmeno un osso rotto? Le leggi della gravità sono le stesse oppure no?
Ricordatevi che i lettori non sono nella mente dell’autore, hanno bisogno di spiegazioni, di contestualizzare. Se io non so che Tizio è una mezza divinità non posso sospendere la mia incredulità a meno che durante la storia egli scopra di avere altre capacità. Da lì io, lettrice, capisco che si tratta di qualcosa di più e mi sta bene.
Il fantasy non è genere weird, dove in effetti le regole sfuggono al controllo e i due generi possono anche fondersi. Fantasy è un genere con determinati elementi come la Magia, creature che non esistono, il sovrannaturale. Eppure anche la magia ha bisogno di regole, a meno che le intenzioni dell’autore non siano già ben definite. In The Witcher la magia è spiegata grossolanamente proprio da Yennefer, ma non si va troppo a fondo perché non è la magia la protagonista, è solo una cornice. Non è necessario sapere cosa sappia fare e cosa no.
Perché dico questo? Alcune persone, non so chi, hanno voluto giustificare il cambio di Ciri dicendo “Ma è fantasy!”. Errrr, no? La genetica esiste anche lì, eh. Anche lì esistono la logica, le regole della fisica e della chimica. Vanno solo rielaborate per adattarle all’universo narrativo ma vanno poi rispettate nel nome della coerenza.
Non voglio essere mentalmente chiusa, non lo sono, ma alcune cose non vanno fatte, pena la distruzione di quello che già funziona. Ciri va bene così. Ci sono Geralt, i Witcher, i maghi e gli altri non umani a rappresentare una minoranza. Lavorate su quelli. Alla fine è il concetto di minoranza quello che conta. Solo che qui la minoranza è rappresentata da altro.
Scusatemi per questo ammasso di lamentele. È solo che vedo che il cinema e lo spettacolo stanno prendendo una brutta strada. L’ipocrisia e il contentino al posto della qualità. In pratica questa gente vuole solo farsi applaudire e basta.
Ed io già non ho una buona impressione su questo progetto. Oh no. Mi aspetto che sia un Death Note 2.0 e non per via di Ciri. Ciri sarebbe solo la ciliegina sulla torta di un progetto che praticamente non ha basi narrative.
E mi stupisce Sapkowski che abbia permesso una cosa simile. Lui ha voluto partecipare, pare, per garantire la fedeltà al suo universo, ma a questo punto mi sa che è solo per soldi. Perché? Perché ha rotto la ciolla a Project Red dicendo che la vera storia è la sua, quella del romanzo. Ma ovviamente, poiché non intascava più nulla per i diritti, non gli andava bene. Ora che ci guadagna permette cambiamenti così radicali. Fa’ pace col cervello anche tu, ti prego. Hai sempre mancato di rispetto alla tua opera ma al tempo stesso ti lamentavi della non attinenza, ora però un piccolo sforzo puoi farlo. Soprattutto ora visto che il tuo guadagno dipende proprio dalla buona sceneggiatura, dalla regia e quindi dal successo di questa trasposizione.
Io vi lascio, mi sono sfogata abbastanza. E ribadisco, i signori fan dello strigo hanno esagerato. L’unica cosa positiva è che pare sia stato fatto un passo indietro su questa decisione e mi fa piacere. Ma ciò non cambia quello che penso: guarderò solo il primo episodio, se va bene guarderò il secondo e così via se promette bene. Questo indipendentemente dal colore della pelle di Ciri. Ma se mi rispettano il personaggio, siamo già sulla buona strada.
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