Shaman King- Anime 2021 e 2001

Saranno passati secoli dal mio ultimo articolo! Un annetto circa, più o meno.
Ma eccomi qui, finalmente, con un articolo che ho aspettato di scrivere. Ovviamente l’oggetto è Shaman King, il reboot fedele al manga!
Ho atteso un po’ prima di scrivere qualsiasi cosa perché volevo rendermi conto del tipo di lavoro svolto invece di sparare a zero impressioni sui primi episodi. D’altronde la serie del 2001 prometteva bene. Eppure, dal viaggio in America in poi, è diventato una discarica di avvenimenti e personaggi totalmente privi di senso, uccidendo, tra l’altro, ciò che differenziava quest’opera da qualsiasi altro shonen.
Ma andiamo con calma e, soprattutto…

Sì, perché non posso parlare di questo reboot senza considerare il manga e la serie animata del 2001.
Sappiate già da qui che il mio parere è positivo ma con riserva. Se volete sapere di più, proseguite con la lettura.


TRAMA
Sulla trama non c’è molto da dire. A grandi linee, è sempre la stessa: Yoh Asakura è uno sciamano di tredici anni che si è trasferito a Funbarigaoka per partecipare allo Shaman Fight in Tokyo. Il vincitore diventa Shaman King, praticamente una divinità, e può esprimere il desiderio che vuole.
Ovviamente non è una cosa semplicissima. Soprattutto a causa di un partecipante in particolare. E sarà proprio la sua presenza a determinare le scelte che Yoh e compagnia prenderanno ad un certo punto della storia.

La trama è molto generica e accomuna tutte e tre le produzioni: manga, serie 2001 e 2021. A differenziare la trama originale (comune a manga e reboot) e quella del 2001 sono proprio gli eventi e la loro gestione.

Occhio agli spoiler!

Anime 2021
Chiunque abbia letto il manga e guardato la serie 2001 aspettava da un ventennio questo reboot.
Diciamo che la nostra attesa è stata premiata.
L’anime del 2021 prometteva una trama fedele al manga. Insomma, possiamo finalmente consigliare la serie animata a chi non ama leggere.
Molte scene sembrano addirittura copiate e incollate dalla loro versione cartacea.

Voglio farvi una premessa. Sono stata accusata di nostalgia perché sono troppo permissiva verso questo prodotto.
La verità è che la nostalgia non c’entra assolutamente nulla. La nostalgia non porta ad apprezzare cose nuove, e infatti il sequel di Shaman King, ora chiamato “All Stars” (il vecchio Flowers, se ricordate), lo ritengo per nulla paragonabile al manga originale. Per me, se una saga è finita, va lasciata stare. Shaman King era finito da un bel po’ prima che Takei decidesse di dargli un Sequel inutile pieno di retcon (andate qui se volete maggiori informazioni) . In realtà, il mio parere su questo Sequel è dettato da alcune cose che ho notato. Ma vi rimando all’articolo linkato nelle parentesi.

Spiegato ciò, andiamo avanti.
Ho aspettato prima di scrivere qualcosa perché volevo vedere con i miei occhi come avrebbero gestito la mole di materiale che avevano tra le mani.
Io divido il manga in due parti: quella delle eliminatorie, e quella del torneo vero e proprio. Ed è in questa seconda parte che accade roba seria e l’opera prende le distanze dai classici shonen.

E qui arriviamo alla parte di cui tutti si sono lamentati: i tagli.
Ho sempre pensato che fare sceneggiatura fosse un lavoro ingrato e sempre criticato. Qualsiasi cosa tu faccia non va mai bene. E infatti è così. Inoltre ritengo che Shaman King sia una saga proprio sfigata. Prima il manga non continua per mancanza di seguito. A causa di ciò, la serie animata del 2001 inventa cose dopo il viaggio in America, abbassando ulteriormente la trama e la qualità generale dell’opera; a Takei viene permesso di rimettere mano al manga, questa volta col finale completo, grazie alla ristampa nel formato della Perfect Edition. Ora abbiamo un reboot fedele al manga, ma è soggetto a limitazioni abbastanza importanti.
Qui non voglio giustificare, ma invitare a riflettere.
Ergo, la mia permissività si chiama semplicemente comprensione. Diciamocelo, non faccio “critica” e non è mia intenzione. Mi limito a usufruire di un prodotto e a dare una mia impressione.

Ad ogni modo: gli episodi sono 52; con Intro ed Outro, ogni episodio non arriva nemmeno a venti minuti. Sapete che significa, vero?
Bisogna scegliere cosa tagliare e cosa no. Così, via tutte le scene dei primi due volumi in cui Yoh aiuta spiriti e quant’altro. L’impressione che si ha è che tutta la prima fase del torneo sia una corsa. E infatti è così.
Non è che apprezzo la cosa, sia chiaro, ma non la condanno. Non la ritengo motivo di demolizione. Chi non ha letto il manga non perderà comunque i passi fondamentali. Ed è questo quello che preme ai lettori del fumetto. Non dover più spiegare alle persone perché è inutile ammazzare Hao, oppure dover sempre invitare alla lettura del manga, magari a gente che odia la lettura.
Io vedo solo cose positive per ciò che questa serie comporta. Il negativo riguarda più i lettori del manga, diciamocelo.

Che poi non si apprezzino alcuni interventi, beh, è normale. Io, ad esempio, ho detestato lo spoiler gratuito al primo episodio. Potevano risparmiarselo ed utilizzare quei minuti per scene importanti. Insomma, così si è tolta tutta la sorpresa (non che ci volesse molto a capire che Yoh ed Hao sono gemelli, eh XD).
Tra i tagli rientra anche la presenza di Silva, purtroppo. Chi mi conosce sa che è il mio personaggio preferito, vederlo così poco mi ha delusa. Su questo, la serie del 2001 fa un lavoro migliore, ad esempio. Negli ultimi episodi, è lui che racconta che ha combinato Hao all’interno della sua tribù. Ma nel reboot, essendo comparso solo in quei pochi frangenti, risulta difficile capire il rapporto che ha con Yoh e gli Asakura in generale. Tuttavia, lo comprendo.
Ma, appunto, non ne faccio motivo di demolizione. Le informazioni omesse sono del livello “Perché Gandalf non chiama le Aquile per arrivare a Mordor?”. Beh, ci si arriva da soli. Sauron vede tutto. Sarebbe stato saggio usare dei volatili così grandi? No. E dobbiamo considerare anche i Nazgul a cavallo delle Bestie Alate. C’è anche un’altra spiegazione, data nel Silmarillion. Le Aquile intervengono solo dopo che un evento è già avvenuto. Questo perché hanno scelto di non immischiarsi nelle faccende dei mortali. È solo per il legame di amicizia con Gandalf che intervengono, ma solo dopo gli eventi.  Bisogna dire, però, che anche solo le prime due motivazioni sono sufficienti, ci arriverebbe chiunque.
Insomma, in Shaman King, certe cose le capiamo anche solo guardando. Non c’è bisogno di sapere da Yoh perché la scuola non è importante per uno sciamano. Ogni sciamano partecipa al torneo con lo scopo di vincere, non c’è un’alternativa. Semplice. Yoh, come Ren o HoroHoro, è cresciuto con un solo scopo.

Insomma, abbiamo 18 episodi, su Netflix, che riassumono tutta la prima parte, quella forse meno piena di eventi fondamentali.
Ecco, è  la seconda parte che ho atteso con curiosità e la sto guardando sottotitolata. No, mi spiace, non posso attendere il 22 novembre per la seconda stagione.

Partiamo dal presupposto che il mio hype è sempre stato relativo alla possibilità di vedere i personaggi muoversi e parlare (adoro i doppiatori che hanno coinvolto!), non alla trama in sé. Inoltre, ero davvero curiosa di vedere come avrebbero gestito tutta la parte inedita: dal Viaggio in America fino alla fine.
Ecco, è di questa che vorrei parlarvi, soprattutto dopo aver guardato l’episodio ventisette, la morte di Ren per mano di Peyote.
Il viaggio in America è stato trattato abbastanza bene, nemmeno nel manga impiegavano una vita per trovare Patch Village.
Hanno anche messo una parentesi importante per Horo Horo, ovvero quella con Apollo e Bluebell. Qui scopriamo meglio la personalità dell’Ainu e si rafforza il suo rapporto con Kororo.
Vederla animata mi è piaciuta un sacco.
Parentesi simili ci saranno anche per altri. Chocolove ci è già passato nel match contro il Team della Terra.

Prima ho citato la morte di Ren. Perdonatemi se vi dico che l’ho apprezzata molto di più qui che nel manga. Il senso di colpa di Ren è palpabile. Se nel manga non vediamo cosa vede lui, nel reboot ci viene mostrato ed è come se Ren fosse in un incubo a tinte rosse. Personalmente, ho empatizzato molto con lui. Non posso dire che abbiano fatto un pessimo lavoro lì. L’uso dei colori e anche delle animazioni, bravissimi. Lo stupore generale, tra l’altro, è palpabile. Chiunque abbia guardato questo episodio ne è rimasto stupito, piacevolmente, direi.

Sono curiosa di vedere come gestiranno I capitoli “Au Revoir- Monte Osore”, manca davvero molto poco!  (SPOILER dal futuro: mi è piaciuto molto!)

Non posso parlavi d’altro riguardo la trama, attendo i successivi episodi e continuerò a vedere come gestiscono il tutto. Se è questa la strada che stanno prendendo, perdonatemi, fanculo i tagli. Se sono il prezzo da pagare per del materiale inedito fatto bene, mi sta alla grande. No, davvero. Ma non per la copia carbone, ma perché si tratta di materiale che compone il cuore di questa opera. A me basta questo per ritenerlo un buon prodotto. Ma perché è quello che mi aspettavo e speravo di vedere: una cura maggiore in questa fase del manga. È qui che i personaggi crescono, affrontano il loro passato, svelano qualcosa in più di loro e, beh, migliorano in quanto sciamani.

L’animazione
Ecco, l’animazione è la mia riserva. Il mio giudizio generale è positivo ma ha una riserva nei riguardi di ciò che rende l’anime quello che è: una serie animata, appunto.
Tuttavia, anche qui mi aspettavo qualcosa di non molto diverso.
Quando annunciarono questo reboot, parlai con un’amica che sapeva già il tipo di lavoro svolto dallo studio di animazione “Bridge”.
Si tratta di uno studio conosciuto proprio per la sua non eccelsa qualità nelle animazioni. Ma, personalmente, il colore lo trovo fantastico. Non posso assolutamente lamentarmene.
In questo reboot, quindi,  ho notato delle cosette non proprio simpatiche, che mi hanno lasciata un po’ interdetta.
Adoro disegnare, sono abituata ad osservare quasi tutto ciò che guardo. Credete che non abbia osservato anche l’esecuzione delle animazioni?
Ma perché l’animazione è scadente?
Un’animazione si ritiene scadente quando un solo personaggio compie dei movimenti e gli altri rimangono immobili. Per dirne una. Si risparmia sul numero dei movimenti. Così ci troviamo personaggi immobili in posizioni anche strane mentre un altro parla o si muove.
Ho anche notato ombre e riflessi di luce fatti male. In una scena, credo nella saga dei Tao, Ren parla e muove leggermente la testa. I riflessi dei capelli rimangono immobili sul posto.
In altri punti ho notato problemi grossi con la prospettiva dei volti dei personaggi. Ve ne mostro solo due.
Gli occhi di Silva non seguono  correttamente la curvatura della fronte (ma la fascia sì). Gli occhi di Anna… non so nemmeno come definirli.

Un altro errore è direttamente preso dal manga. Sì, nel manga, Takei mostra Yoh con la tuta e poi con l’abito da battaglia. Non si sa quando lo ha indossato. Nell’anime si sono degnati di mostrarci che chiude la zip della maglia. Almeno questo!
L’errore non corretto, invece, è quello dell’impermeabile di Anna. Lo vediamo per alcune scene e poi, puff, scompare! Diciamo che avrebbero potuto sistemarlo, magari lasciandole l’impermeabile. Nella serie del 2001, Anna rimane con l’impermeabile fino a fine scontro, se ne libera solo quando Faust attacca Yoh.

C’è anche una scena dove Chocolove parla e muove solo la mano destra. La sinistra, invece, rimane in quella posizione. Divertitevi a trovarne altri!

Le censure
Ecco, le censure sono forse la cosa più strana. Le persone si sono lamentate che non si vede quando c’è effettivamente una ferita (Pronto? Uccisione dei Niles e di Ren?). Addirittura sono censurati i ceffoni tirati da un adulto ad un ragazzo. Sentiamo solo il rumore dello schiaffo e poi vediamo la mano alzata di chi l’ha tirato. Esempio: il padre di Manta oppure Marco.
Il problema è questo: il doppio standard. Perché censurare uno schiaffo ma non i combattimenti con quelli che sono, di fatto, dei ragazzini?
Immagino che sia qualcosa che riguarda la legge in Giappone. Sì, ragazzi, queste stesse censure ci sono anche nei sub che sto guardando! Non è Netflix. Quindi l’anime è autocensurato.
Non entro nel merito della legge. Forse, in generale, non si può mostrare violenza da parte di parenti o pseudo-parenti (Marco non è il padre di Lyserg, dopo tutto). Ma essendo uno shonen, è comunque permesso mostrare combattimenti, che in effetti non rispecchiano la realtà. Mentre, invece, un genitore può effettivamente prendere a ceffoni il proprio figlio. Oppure non si vuole dare una giustificazione ai futuri genitori per poter fare violenza sui figli.
Non so, se avete più informazioni, fatemelo sapere. Sono curiosa. Questa censura non c’era nell’anime del 2001 . Ricordo il ceffone tirato alla fidanzata da parte del rivale di Ryu. E qui Ryu si incavolò e non poco. La scena dello schiaffo in questione fu censurata dalla 4 Kids e, ovviamente, anche in Italia (la serie fu acquistata da Mediaset proprio dalla 4Kids, quindi era già censurata e adattata).

Mi rendo conto che il manga è targato VM 13. Inoltre, in quanto anime, raggiunge un pubblico abbastanza vasto. Chi non legge il manga, giustamente, guarda la trasposizione animata. Un po’ come chi odia leggere i libri e guarda i film, per intenderci.
Però, sì, ripeto: se avete maggiori informazioni, mi farebbe piacere conoscerle. È successo in altri anime?

Anime 2001

Posso anche definirlo la pecora nera. In realtà ha fatto conoscere a molti Shaman King. Io stessa mi ci sono avvicinata grazie ad esso. Acquistai il manga da un’amica che mi rivelò tutte le differenze che c’erano. Insomma, riconosciamogli questo merito. Inoltre, l’ho consumato a causa di tante di quelle volte che l’ho guardato, sia in italiano che in Jap sub Engl. Sì, lo so quasi a memoria.

La trama, per me, è un totale disastro. Si parte con le eliminatorie che, in alcuni frangenti, ha già delle enormi differenze col manga. Insomma, già da lì se ne distaccava, e senza motivo.
Per dirvi, lo scontro tra Horo Horo e Yoh è diverso. Faust non apre la pancia a Manta ma usa le mani come quei santoni indiani, avete presente?  Inoltre, il tono generale è troppo scanzonato e infantile. Ricordo molto bene che questo tono troppo leggero spinse le persone a giudicare Shaman King un’opera infantile e banale.

Il disastro, comunque, parte dal viaggio in America. Accadono cose totalmente a caso e dura anche un bel po’ di episodi, prolungando un’avventura del tutto inutile, a mio avviso. Questo perché non porta davvero a nulla di concreto. Immagino che dovevano riempire ben 64 episodi, dopo tutto.

Ma vi spiego meglio. Dal volume 8, dopo la saga dei Tao, il manga fu sospeso. Ma la serie animata doveva andare avanti. Ormai era iniziata.
Dopo la saga dei Tao c’è la partenza per l’America. Ciò ha portato lo sceneggiatore Seiji Mizushima, beh, ad utilizzare i materiali provvisori forniti da Takei. Almeno io credo che siano provvisori oppure delle anticipazioni. Insomma, del materiale su cui Takei stava già lavorando per il manga.

Chi ha letto prima il manga e poi l’anime del 2001 ha sicuramente scovato molti richiami e rimandi a ciò che avremmo visto poi nel cartaceo.

Ovviamente ci sono delle aggiunte inutili come le “Lily Five”. No, sul serio, a che servono quelle cinque? Io mi chiedo perfino come abbiano superato la prima fase del torneo!
Pensate che gli dedicano un episodio intero.
A parte che queste cinque non avrebbero potuto registrarsi tutte insieme, i team sono di tre persone, per questo gruppi più corposi si dividono.
Poi, dopo tanti scontri, vengono finalmente chiamate in battaglia proprio contro Hao!
Yoh decide di fermarle. Ste cinque a mala pena riescono a colpirlo nonostante avessero unito i loro poteri. Mi chiedo ancora perché introdurle. Pensate che, alla notizia del reboot, la gente era felice che non ci sarebbero state!

Altra cavolata che mi ha fatto smadonnare, perché uccide totalmente ciò che Manta rappresenta, il suo essere umano e amico di uno Sciamano, alla faccia di chi parla di incompatibilità tra i due. L’immagine parla da sé: Manta in OverSoul con Mosuke.  Devo commentarla o passo oltre? Andiamo avanti, che è meglio.



Ma passiamo ai richiami! Divertitevi a trovare gli altri, in caso facciate un rewatch!

-C’è un gruppo capitanato da un tizio chiamato Fudo che utilizza dei Buddha come spiriti guardiani. Hanno il potere di bloccare il Furyoku e intrappolare gli spiriti altrui.
E chi usa i Buddha nel manga? I Gandhara.

-C’è una ragazza il cui team si chiama Nyorai. Dall’abito sembra proprio indiana, come Sati Saigan, leader del team… Nyorai!
Il problema con questa ragazzina, però, è che  partecipa al torneo da sola. È una delle più grandi truffatrici della storia se riesce a farla franca anche con gli Officianti. Ragazzi, date a lei la corona di Shaman King!
Praticamente, gli Officianti passano per degli incompetenti, diciamocelo.
Questa ragazzina è sola nel team ma ha registrato due individui strani come partecipanti. Sapete cosa erano? Due OverSoul!
Cioè, gli Officianti non solo non si ricordano di sti due tizi (tutti i partecipanti sono letteralmente schedati!), ma nemmeno si rendono conto che sono due OverSoul.
Un plauso a chi ha avuto un’idea simile.

-Proseguendo, abbiamo un’anticipazione sugli X-Laws che appaiono molto prima dell’arrivo al vilaggio. Anche Anna raggiunge Yoh molto prima, con Faust che ha incontrato all’aeroporto. Ovviamente anche i Niles vengono uccisi prima del torneo vero e proprio.

-Poi ci sono gli Icemen di Pino. Anche loro vengono incontrati prima e sconfitti dal Yoh e i suoi amici. Avendo rinunciato al torneo, mi chiedo perché siano comunque andati a Patch Village. Boh.

-Anche Boris fa la sua apparizione molto prima.

-Redseb e Seyram fanno un cameo in uno degli episodi finali. Eppure la loro apparizione nel manga è abbastanza lontana.

Questi sono solo alcuni degli elementi che Takei avrà fornito al team. Magari non erano ancora tutti ben definiti e Seiji Mizushima non ha saputo utilizzarli a dovere.
Infatti il risultato è un anime che ha totalmente demolito lo spirito originale del manga. Ci troviamo davanti ad un comunissimo “Battle Shonen” che fa la solita predica sull’amicizia e che il nemico cattivo vada sconfitto.

Il tasto dolente infatti è proprio Hao Asakura e il suo rapporto con Yoh.
In 64 episodi non viene affrontato il suo passato, non un accenno di tentennamento da parte di Yoh, che qui è il classico eroe shonen senza macchia e senza paura. Sì, è pigro, ma decide di fare un’azione totalmente inutile, se ci si ragiona su.
Hao è totalmente impazzito. Ma tutti noi lo ricordiamo per essere un personaggio molto pacato, paziente e anche abbastanza ironico. 
Gli ultimi episodi demoliscono completamente i valori che il manga originale vuole trasmettere: comprensione, perdono, l’importanza degli effetti, dell’amicizia e l’empatia.
Ma ve ne parlo più avanti.

Praticamente, tutta la seconda fase si tiene a Patch Village, che non so come faccia ad avere così tanti luoghi differenti (perfino un tempio giapponese!). Nonsense proprio. Il viaggio in America era la rivelazione di cosa avrebbe ottenuto lo Shaman King. Insomma, serviva a fare spoiler e a radunare tutti gli sciamani in un solo posto per poi riportali in Giappone.

In questo anime del 2001, no.

C’è parecchia roba che non va bene.

Partiamo da come è stato trattato il Cho Senji Riakketsu di Hao. Anna apre un portale con la sua collana (What?) e ci fa entrare i ragazzi, tutti. Dopo di che, tutti possono usare spiriti giganti. Da qui in poi, questo anime diventa un combattimento tra mecha, letteralmente. Cosa ha portato di buono apprendere quel libro se tutti possono usare spiriti giganti? A niente.

Gli spiriti di questo tipo sono proprietà solo di chi è di classe Divina, come Hao, gli X-Laws, i Gandhara. Solo Faust e Ryu hanno degli spiriti che cambiano forma. Ma Mephisto-E prende ispirazione proprio da Mephisto. Per Tokageroh parliamo di un’Idra, un animale mitologico. Insomma, hanno un loro perché, soprattutto in virtù delle lezioni imposte da Anna.
Rendiamoci conto, nemmeno le Hana Gumi ottengono spiriti giganti! Solo Peyote evocherà Grande Fantasma per uccidere Ren.
Sì, anche quì Ren muore e nel modo meno eclatante possibile. La sua morte non ha alcun legame con l’uccisione di Chrom o i sensi di colpa. Ren, al risveglio, impara solo a fidarsi degli amici. Non c’è una redenzione per ciò che ha fatto.
Grande Fantasma, nel manga, riesce ad uccidere Ren perché quest’ultimo rimane paralizzato dallo shock. Quei pochi secondi hanno permesso a Peyote di attaccare tempestivamente. In caso contrario, Ren si sarebbe potuto difendere tranquillamente.

Nel manga, il Cho Senji Riakketsu  è la fonte dei poteri di Hao. Ci sono tecniche sciamaniche avanzate come il Fumontonko, che permette di individuare la posizione del proprio avversario attraverso il Furyoku. Oppure c’è la tecnica che annulla letteralmente l’OverSoul nemico (se più debole, ovviamente): il Mumumyo Yakumu.  

Ma parliamo di Hao. No, anzi, degli ultimi episodi.

In primis, perché Hao, dopo aver atteso cinquecento anni, impazzisce e non vuole aspettare qualche altro giorno per diventare Shaman King? Come ho detto poc’anzi, Hao è un personaggio paziente. Si può perfino dire che sia corretto. Nel torneo ha sempre rispettato le regole, sempre. La sua caccia agli spiriti si è sempre tenuta al di fuori degli scontri e, per di più, non c’è una regola che lo vieta. Se ci fosse stata, Hao non avrebbe fatto niente.
Ma qui, così, de botto, senza senso, perché la trama si era infognata, Hao si reca nella "foresta incantata”, arriva al tempio sacro e aspetta Yoh.

La prima cosa che fa è affrontarlo, sconfiggerlo e, sì, mangiarsi la sua anima. Il cringe, ragazzi. Il cringe. Al tempo non conoscevo questa parola. Ma, davvero, credo che calzi a pennello. Quindi Hao intendeva mangiarsi l’anima di Yoh per riprendersela? Non voleva semplicemente Yoh al suo fianco?
Dopo ciò, si scontra anche con gli altri ragazzi, che intanto arrivano. Inutile dire che tutti gli insegnamenti vanno a farsi benedire, e il gruppo si fa guidare dalla rabbia, perfino Anna.  Yoh, non si sa come, ritorna nel suo corpo ed Hao sigh ordina a Spirit of Fire di mangiare il cuore del Grande Spirito.
Al tempo non avevo nemmeno bisogno di aver letto il manga per rendermi conto della sciocchezza. È davvero così semplice ottenere il potere di quello spirito? Basta farlo mangiare? E perché è fisicamente ancora lì? Il Grande Spirito non ha nemmeno un cuore!
Ad ogni modo, ci troviamo di fronte ad uno Spirit of Fire diventato tutto dorato e bello potente. Yoh riesce a tenergli comunque testa e, alla fine, accade una roba ridicola: tutti gli sciamani passano il Furyoku a Yoh che nemmeno la Genkidama di Goku,  e Amidamaru diventa gigante. Alla fine, Hao viene tagliato in due e, boh, esplode. Manco fossimo in un film di Michael Bay.

Ora, cosa non va in questa parte? Tutto. Hao e Yoh, il loro rapporto. Ho già detto che tutti gli insegnamenti vengono demoliti.
La pazienza è il punto forte di Hao, ma anche di Yoh. Il perdono e la comprensione sono ciò che permette a Yoh di voler salvare Hao, non ucciderlo. Yoh è il gemello di Hao, riesce a comprenderne la solitudine e la tristezza, le stesse che Yoh ha sofferto prima di iniziare il torneo. Nel manga, i due quasi formano un legame, a tal punto che Hao lascia Opacho da loro per tenerli d’occhio. Ad un certo punto si alleano. Hao non vuole che il torneo venga interrotto. Sa che sarà lui a vincerlo, che bisogno c’è di andare di prepotenza?
Inoltre, veniamo anche a sapere parte del passato di Hao, spiegato da Matamune, il gatto che era appartenuto all’Hao di mille anni prima. Riusciamo perfino ad empatizzare.

In questa serie, invece, vediamo solo un classico villain che non spiega realmente le sue motivazioni.
Ma spiego meglio: non è necessario che un villain abbia dei motivi, sia chiaro. Può semplicemente voler regnare su tutto, può essere pazzo e basta. Può essere un normalissimo sociopatico in preda ad istinti omicidi. Ci sta.
Ma qua si parla di un personaggio che, nel manga, è stato trattato con cura, caratterizzato. Di Hao riusciamo a cogliere le sfumature del suo carattere, dei suoi modi di agire. Hao si ferma quando vede gli amici di Yoh intervenire per proteggerlo. Esclama “Dunque questa è l’amicizia? Non la capisco…”, poi riconosce l’OverSoul “Spirit of Sword” creata da Yoh, identico a quello di Matamune, il suo unico vero amico. E poi, boh, parla di passeggiate e se ne va, perso, forse, nei suoi ricordi.
Qui capiamo ancora di più qualcosa di Hao e del suo passato. C’è qualcosa in lui e Yoh la coglie. È pur sempre suo fratello gemello. E ben sapete che il legame dei gemelli è qualcosa di fortissimo, a tratti inquietante. L’empatia che hanno l’uno verso l’altro è difficile da comprendere perfino per uno psicologo.
Ma poi, logica vuole che uccidere Hao sia totalmente inutile. Sarebbe tornato al prossimo torneo e con un Furyoku ancora più potente. L’unica soluzione effettiva sarebbe ucciderlo e distruggere il suo spirito all’istante.

Analizzato Hao, vi parlo anche di un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso.
In questi ultimi episodi, la tribù dei Patch attacca gli altri partecipanti. Ora, non parliamo degli Officianti, ma della tribù, degli altri insomma. I vari sciamani vogliono andare al tempio per battere Hao. Dunque, perché attaccarli e ostacolarli? La tribù Patch è neutrale, non rischierebbe mai l’estinzione per una cosa del genere. O meglio, questa tribù è custode del Grande Spirito. In effetti, al di fuori del torneo, ha il compito di proteggerlo. Dunque, logica vuole che la tribù avrebbe dovuto ostacolare Hao, non gli altri!
Insomma, perfino i Patch non sono scampati al genocidio narrativo.

Onestamente, mi fermo qui. Ci sono così tante cose fuori posto e completamente messe a caso che, boh.
Non ho utilizzato le gif e i meme di Boris senza ragione. Esprimono esattamente la mia perplessità. Della serie “F4 basito”.

Non mi soffermo sullo stile di disegno e di animazione. È una serie del 2000, segue il filone di tanti anime del tempo. E, se ritengo che Silva sia disegnato anche parecchio bene, credo che Anna sia brutta. Davvero, brutta. Non ho altre parole. Non capisco l’attrazione verso quel personaggio. Cioè, già mi risulta difficile perché è un personaggio tossico da fare schifo, ma di fisico è orrenda. Nel reboot è finalmente data giustizia: è una bella ragazza, nulla da dire. Ha tratti delicati e due occhi molto belli. Insomma, capiamo perché Yoh o Hao ne sono rimasti affascinati.

CONCLUSIONE GENERALE

Se, da una parte, comprendo la mancanza di una linea narrativa precisa, dall’altra non posso perdonare il pessimo lavoro svolto. Si tratta di vere e proprie modifiche. Questo Shaman King del 2001 è un banalissimo battle shonen uguale agli altri.

Il manga ha personaggi caratterizzati, si parla del loro passato. Ci sono concetti filosofici, un contesto generale e quant’altro. Roba che vedremo, ovviamente, anche nel reboot. Vero, è ridicolo fare paragoni col manga, ma sarebbe lo stesso col reboot. Il reboot è fedele, ha anche rappresentato meglio alcune cose, a differenza del manga. Quindi, parlare del manga, è come parlare del reboot. Mi auguro che continuino per questa strada.

La cosa che mi lascia basita è che questo anime ha avuto ben 64 episodi, forse anche troppi per ciò che è stato fatto. Avevano troppi episodi ma poco materiale, l’esatto contrario di ciò che è stato deciso per il reboot del 2021: troppo materiale ma pochi episodi. Il risultato è stato che la serie del 2001 ha dovuto riempire con dei filler inutili. Invece il reboot ha dovuto tagliare per lasciare spazio alle scene inedite.
Ho notato che non c’è stata una via di mezzo. E mi dispiace molto.

La mia conclusione è che sono molto affezionata alla serie del 2001, mi ha fatto conoscere un manga straordinario. L’unico che attualmente continuo a leggere e rileggere. Ormai sono lontana dal mondo anime, guardo davvero pochissime cose. Ma Shaman King mi è rimasto.
Il reboot è una buona lavata di faccia, stilisticamente parlando, e rende giustizia alla storia originale. Non è perfetto, ma è godibile. È un prodotto che fa quello che deve fare. Chi lo guarda non deve chiedere informazioni extra, a meno che non sia curioso di sapere cosa è stato saltato, ovviamente.
Insomma, consiglio caldamente di guardarvelo, se non avete letto il manga e volete conoscere la storia originale.

Ci vediamo alla prossima valutazione. E ricordate una cosa: quello che scrivo qui sono mie opinioni personali che cerco anche di argomentare. Non valgono per voi, a meno che non le condividiate, ovviamente.
Se vi piace l’anime del 2001 va benissimo. Io stessa adoro riguardarlo. È il mio guilty pleasure, dopo tutto.
Se non vi piace il reboot, idem. Sono gusti. Dipende tutto dalla propria percezione e, diciamocelo, dalle aspettative che ognuno di noi si era fatto al momento della rivelazione.