lunedì 2 dicembre 2013

Another

Another è una light novel giapponese scritta nel 2009 da Yukito Ayatsuji. Il genere è Horror e come non pensare al film del 2001 "The others" in cui recitò Nicole Kidman?
Della light novel sono stati fatti tre adattamenti: un manga in 4 takobon illustrati dalla bravissima  Hiro Kiyohara, in Italia è stato edito dalla Star Comics; un anime di 13 episodi che però non è stato trasmesso in Italia e  un live action.

Coincidenze di nome con "The others" a parte, la trama è diversa ma ha un tratto in comune di cui vi parlerò in seguiti. Allerta SPOILER. Questa volta non metterò il format apposito!


Mei Misaki e Koichi Sakakibara
TRAMA

Koichi Sakakibara, un grande lettore di Stephen King, si trasferisce nella sua città natale, Yomiyama (occhio al nome!), e passa le prime tre settimane in ospedale a causa di una malattia chiamata pneumotorace.
Vengono a trovarlo tre compagni di scuola che sembrano essere molto freddi nei suoi riguardi, la responsabile delle contromisure per di più gli stringe la mano.
Quello stesso giorno, Koichi incontra un'altra ragazza con la stessa divisa della scuola, la Yomiyama Nord.
Questa ragazza dall'aspetto inquietante e una benda sull'occhio ha con sé una bambola e dice che deve portarla a sua sorella. Problema: La ragazza è andata all'obitorio.
Finalmente Koichi ricomincia la scuola ma iniziano ad accadere anche cose strane. Sua zia Reiko Mikami gli raccomanda di seguire le regole della 3° C, i compagni di scuola sono molto amichevoli verso di lui ma ignorano la ragazza che Koichi aveva incontrato in ospedale, Misaki mei. Koichi più volte chiede spiegazioni ma ottiene solo silenzio come risposta senza contare che sul vecchio banco di Misaki, la ragazza ha scritto "Chi è morto?".
Dopo un paio di dialoghi fatti di poche parole, finalmente Koichi riesce a dialogare più a lungo con la ragazza chiedendole perché gli altri la ignorano. La risposta della ragazza lo lascia spiazzato "Può darsi che solo tu possa vedermi, perché non esisto". In quel momento una compagna di classe, Yukari Sakuragi, esce dalla classe di corsa. Nel momento in cui la ragazza vede Koichi parlare con Mei e scende le scale, inciampa lasciandosi sfuggire l'ombrello di mani. Durante la caduta, la punta metallica dell'oggetto le si conficca in gola, uccidendola. Cos'ha spaventato Yukari a tal punto da farle perdere l'equilibrio?
La cosa che mi ha inquietata di più: le bambole raccapriccianti
L'atteggiamento dei compagni di scuola di Koichi cambia radicalmente sebbene cerchino di nascondere la paura.
La trama prosegue con lentezza, tipica di un giallo, tra morti inspiegabili collegate sempre alle famiglie degli studenti della 3° C e domande senza risposte. Ma una cosa è chiara: nella 3° C c'è qualcosa di strano.
Finalmente Mei Misaki spiega cosa sta accadendo e la tensione sale alle stelle: nel 1972, in quella stessa sezione, morì una studentessa modello chiamata Misaki. Era amata da tutti e dopo la sua morte compagni di scuola e professori continuarono a fingere che fosse ancora viva. A fine anno le fu addirittura dato il diploma. Da allora iniziarono ad accadere cose strane: ogni anno il numero degli alunni della 3° C aumenta di uno e "appare" un banco in più, la memoria degli abitanti di Yomiyama viene modificata come anche il registro di classe dell'anno corrente. Il motivo risiede in ciò che fecero i compagni di questa Misaki. Trattando un morto come vivo, avevano attratto nella loro classe la morte stessa che si presentava tra gli alunni come uno studente. Ignorare un compagno  di classe era un modo per esorcizzare la morte, un modo per illudersi di avere in classe un numero regolare di studenti, se si rivolgeva la parola dallo studente prescelto, allora la maledizione della 3° C avrebbe avuto inizio.
Akazawa Izumi in un momento di follia
Ma qualcosa non torna a Mei, il numero degli alunni quell'anno è normale, allora chi è il morto?  Chi ha parlato con lui? Una cosa Mei la sa: né lei e né Koichi sono il morto perché il suo occhio sinistro le permette di vedere la traccia della morte, assente appunto in loro due. Ma Mei ha qualcosa da nascondere.
I ragazzi vengono a sapere, in seguito, che c'è una soluzione per bloccare la maledizione. La fonte è un ex studente che, pare, avesse ucciso lui stesso il morto, riportandolo alla morte, durante una gita al santuario Yomiyama. Dopo l'uccisione, nessuno si ricordava dello studente sparito la sera prima, prova che era davvero il morto in quanto la memoria delle persone era stata modificata di nuovo riportando tutto alla normalità. L'unico che si ricordava dell'accaduto era proprio "l'assassino" fino a quando non avrebbe dimenticato anche lui.
Tutte queste informazioni sono state trovate in una cassetta, riposta nell'ala vecchia dell'edificio scolastico dal ragazzo stesso.
Quando si decide per una gita a quello stesso tempio, il gruppo che ha trovato la cassetta decide di portarsi dietro l'oggetto col registratore e riflettere su chi possa essere il morto.
Ma anche quella gita finisce in tragedia. I proprietari dell'albergo sono dei parenti di uno studente della 3° C. La moglie del proprietario infatti impazzisce, trucida il marito e appicca un incendio.
Ma prima bisogna precisare che la stessa Akazawa Izumi aveva fatto sentire la cassetta al resto della classe facendoli piombare nel caos.
Infatti dopo aver scoperto l'incendio, i ragazzi iniziano ad uccidersi tra loro per scovare il morto e Izumi pensa che sia Mei la causa di tutto. Le due dunque lottano,  Koichi cerca di fare qualcosa ma una forte esplosione uccide la stessa Izumi che, finalmente, ricorda che Koichi era stato un anno prima a Yomiyama, ha recuperato la memoria. Ma Koichi non ricorda nulla.
Intanto Mei è sparita, è andata a cercare il vero morto e lo trova. Koichi riesce a contattarla col cellulare ma disobbedisce alla richiesta della ragazza: non raggiungerla, voleva fare tutto da sola perché era soltanto colpa sua, che sapeva ma non aveva parlato.
Koichi dunque riesce a trovare Mei, pronta a colpire con un piccone preso dal ripostiglio degli attrezzi.
Finalmente il morto si rivela, intrappolato sotto ad un cumulo di legna: è la zia di Koichi, Reiko Mikami.
Koichi non ci crede perché la zia non era morta ma Mei racconta come sono andate le cose: Reiko è stata uccisa un anno prima da un malintenzionato e gettata nel fiume, lei aveva visto tutto. La persona in più dunque non era uno studente ma un professore e lo mostra la scrivania in più nella sala professori, cosa anomala visto che in quella scuola non sono mai esisti assistenti.
http://i4.mangareader.net/another/17/another-3162837.jpg
La tensione è alle stelle
Allora Koichi riconosce la sua colpa, è stato lui a parlare col morto senza neanche rendersene conto, allora decide di farlo lui. Ma proprio quando sta per colpire, i suoi polmoni cedono e tutto diventa buio.
Koichi si risveglia in ospedale e ad attenderlo ci sono sia Mei che il custode della biblioteca scolastica, un ex professore.
Koichi visita la tomba di sua zia e solo allora capisce delle cose: suo nonno continuava a lamentarsi dei funerali perché aveva perso la figlia Reiko l'anno prima, il suo merlo indiano ripeteva sempre "Rei-chan" (da Reiko-chan), sua madre era morta mettendolo al mondo proprio a Yomiyama (anche lei è stata una studentessa della 3° C) e capisce il motivo per cui Mei esitava a parlargli, inoltre si ricorda finalmente che un anno fa era stato a Yomiyama proprio per i funerali di sua zia. Dunque Izumi aveva ragione, si erano già incontrati.
Il ragazzo scopre anche un'altra cosa: la maledizione era iniziata prima dell'inizio dell'anno scolastico e la prima vittima era stata la sorella gemella di Mei, morta in ospedale e la bambola che Mei aveva tra le braccia era per lei.
A prova che il morto era Reika, Mei mostra a Koichi la foto che hanno scattato alla gita: la professoressa Reiko non c'è, lo spazio che occupava precedentemente è vuoto.
Una cosa inquietante invece è la presenza di "qualcuno" nella foto del diploma: Misaki, la studentessa morta nel 1972 sorride come se nulla fosse. La sua figura è un po' rovinata, proprio come se fosse un fantasma. E Mei riesce a vedere l'aura di morte che circonda la studentessa, o meglio, lo studente. Sì, perché Misaki era un ragazzo.

Nel Manga: Ci sono delle sostanziali differenze: Izumi ha un ruolo più ponderante e non muore. Nella lotta con Mei, le distrugge l'occhio di vetro con un cacciavite.

IMPRESSIONI
Ammetto di aver scoperto il morto non appena la mia amica aprì una pagina random del manga, non chiedetemi come ho fatto. Semplicemente ho pensato che fosse lei, la più insospettabile di tutti.
Ma passiamo ad altro.
Ho guardato l'anime prima di leggere il manga e mi è piaciuto molto. Consiglio solo di NON guardare l'Episodio 0 perché vi rovinerebbe tutto.Guardatelo dopo.
http://www.happysoda.com/wp-content/uploads/2012/04/another_class_pic.jpg
Reika doveva occupare lo spazio che lascia intravedere
la scritta dell'albergo.
Dell'anime ho apprezzato tantissimo i giochi di luci, ombre e suoni. Infatti lo stile degli occhi stona un po' con il resto del contesto ma l'ambientazione cupa, le musiche di sottofondo e le espressioni dei volti dei personaggi riescono a coprire un po' questo difetto.Vi sembrerà esagerato se vi dico che non ho chiuso occhio per 3 giorni dopo averlo guardato. Mi aveva inquietata perché l'idea di essere uccisi da qualcosa che non puoi vedere o sentire è terribile. Inoltre l'atmosfera calma dei primi episodi viene stravolta sul finale in cui accade un pandemonio. Vedere questi ragazzi che rasentano la follia solo per cercare il morto e calpestando anche la più sincera amicizia per la propria salvezza è qualcosa di disturbante.
Poi c'è Misaki Mei che sa tutto ma teme di parlare facendo la figura della pazza. Accetta il suo compito ma lo porta avanti con fatica.
Le morti invece sono qualcosa di assurdo come quella dell'Hikikomori, fratello di una delle studentesse della 3°C, nella sua stessa casa.
Per quel che riguarda il manga, ne ho apprezzato molto i disegni. Il tratto è molto cupo, riesce a trasmettere la tensione e anche il terrore provato dai ragazzi oppure a rappresentarci al meglio determinati dialoghi, ma alterna anche momenti demenziali con disegni deformed. Lo trovo migliore dell'anime perché anche se gli occhi sono grandi, non stonano con il resto della scena.

NOTA: La serie gioca molto sul nome della città "Yomiyama" che significherebbe "Terra dei morti" e non è un caso, se si lascia la città, che la maledizione smette di avere effetto su chi è andato via.

Ma passiamo alla "similitudine" con il film "The others", l'avrete notata anche voi mi sa.
In Another, il morto non sa di essere morto. In The others ci sono tre morti che non sanno di esserlo.

In conclusione, è una serie che consiglio per chi è abituato a questo genere di cose. Non mancheranno splatter e alcune scene saranno decisamente cruente. Ma il gioco vale la candela, come vale anche spendere i soldi per il manga, che ha una bellissima sovra coperta lucida con colori stupendi. Anche alcune pagine interne sono colorate, le ho apprezzate moltissimo.

Vi lascio con la sigla della serie, cantata dagli AliProject!













6 commenti:

  1. L'ho visto qualche tempo fa (e ne avevo anche parlato) ma non mi ha esaltata più di tanto. Premetto che sono una che ama l'horror ma questa seria non mi ha esaltata moltissima. Quello che ho gradito di meno è stato il fatto che i personaggi si comportino in modo non emotivo fino agli ultimi due episodi(e poi qualcuno mi deve ancora spiegare chi è il genitore deficiente che iscrive il figlio in una scuola maledetta dove muoiono regolarmente ragazzi e parenti XD)! Cavolo stanno schiattando tutti in modo orrendo e stupido e nessuno fa una piega!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, sai bene che il sistema giapponese usa sempre il sorteggio (anche se ci sono delle eccezioni che ho letto sul manga di non ricordo quale opera XD Dunque NON sai in che classe finisci, penso sia quello il motivo e una volta che finisci in quella classe, che tu vada a scuola o no, sei segnato, ergo la maledizione ti colpirebbe. Ricordi no? Han cambiato addirittura il nome della classe ma non risolvevano nulla O.O Anche stando a Yomiyama e cambiando scuola comunque non cambiava, crepavi comunque. Koichi s'è parato il culo stando a Tokyo XD

      Il fatto che non avessero agito in un certo modo è un cliché di ogni Horror, sempre verso la fine capitano casini. Alla fine Another non è diverso da tutte le altre produzioni di questo genere. A me è piaciuto, come ho detto, per le ambientazioni che alla fin fine non sono male, anzi XD Forse gli episodi centrali sono stati un po' lentucci ma ricordiamo che si parla comunque di un adattamento anime, sicuramente non migliore della novel.

      A me comunque devono spiegare come cavolo faceva il nonno a ricordarsi della morte della figlia quando poi l'aveva in giro per casa D:

      Elimina
    2. Certo, ma piuttosto che vedere i miei figli orrendamente mutilati e i miei parenti ammazzati in modo crudele, se fossi stata io uno dei genitori dei ragazzi sorteggiati, avrei fatto i bagagli e mi sarei trasferita altrove perlomeno finché mio figlio/a non avesse avuto il diploma in mano! E forse non mi sarebbe neanche passato per l'anticamere del cervello di tornarci, in quella maledetta cittadina. Non puoi neanche dirmi che i genitori non sapevano, anche i muri della città sapevano questa storia! A maggior ragione, quando poi la gente comincia veramente a morire, com'è che nessuno se ne va?
      Com'è che nessuno sbotta, o ha delle crisi di nervi o va completamente di zucca? Per dire, Higurashi e Umineko, da questo punto di vista li trovo molto migliori ^^

      Tra l'altro, non mi è piaciuto molto neanche come è stato gestito l'occhio di Misaki. A quel punto della storia non è che servisse avere chissà quali poteri paranormali per capire chi era l'assassino. A quel punto avrei preferito che non ce l'avesse proprio l'occhio ^^

      Elimina
    3. Dimenticavo un altro dettaglio alla tua domanda: i ragazzi agivano così perché NON sapevano che dovevano UCCIDERE il morto. pensavano di dover solo ignorare uno studente, come misura cautelare. Il pandemonio scoppia, se ci fai caso, quando Izumi fa sentire la cassetta e lei per prima dà di matto XD

      Elimina
    4. Sì lo so (hai scritto nel mio stesso momento!)
      XD Ma un horror teoricamente non deve avere per forza basi logiche (anzi, quasi mai le ha) D: forse è una delle cose che non amo di questo genere. Per quanto mi piaccia Project Zero ad esempio, mi chiedo che cazzo ci vadano a fare le tipe in certi posti SAPENDO che è pericoloso XD Una va a cercare il fratello sapendo che lì è sparito un intero gruppo di persone, le due gemelle vanno in un villaggio maledetto SAPENDO che è maledetto! Nel terzo invece hanno cambiato la cosa e direi che mi è piaciuta (nella villa non ci entri fisicamente ma solo spiritualmente, nel sogni, ed è un buon espediente) ma nel quarto tornano a fare una cavolata XD
      Perfino Stephen King cade nel clichè più assoluto, anche se sa giostrare le situazioni (anche se non sempre ci riesce...)

      Elimina
    5. Viene detto più volte che la memoria dei cittadini viene alterata , quindi molto probabilmente i genitori non sanno che le morti sono legate alla classe.

      Elimina